martedì 21 aprile 2009

XX Ammonizione di San Francesco


Nel nostro incontro di martedì 21 aprile 2009 un nostro fratello francescano, Sandro, illustra alla fraternità la XX ammonizione di San Francesco :


XX AMMONIZIONE DI SAN FRANCESCO: IL BUON RELIGIOSO E IL RELIGIOSO VANO.

" Beato quel religioso; che non ha giocondità e letizia se non nelle santissime parole e opere de Signore e, mediante queste, conduce gli uomini all'amore di Dio con gaudio e letizia. Guai a quel religioso che si diletta in parole osiose e frivole e con esse conduce gli uomini al riso"

Sandro scrive
:
Quasi la metà delle ammonizioni (12 su 28) si presentano come un commento ad un breve testo biblico, soprattutto del Nuovo Testamento. Subito dopo si può evidenziare la breve sezione di quattro(13 -16) ammonizioni a commento di alcune beatitudini evangeliche. Dalla ammonizione 17 fino alla fine si trova una serie di sentenze interamente formulate e introdotte da Francesco, con una palese imitazione dello stile evangelico delle beatitudini
Questa, la XXI, si rivolge ai frati e di conserva anche a noi suoi discepoli e dopo attenta e profonda riflessione permettetemi di dire che ora mi sento più sicuro e tranquillo sulla mia e nostra diversa appartenenza alla famiglia Francescana. Noi tutti tendiamo a diventare dei buoni Francescani e la strada è larga ... ma il cammino è impervio e lunghissimo e chissà se mai arriveremo alla meta. Ma questo non c'impedisce di dichiarare la ns. appartenenza. La strada larga suindicata è rischiosa, ma crea persone più libere e gioiose ma essa richiede la verifica continua, tutti insieme, nella fraternità. Tutto dipende da come s'interpreta questa vita evangelica e soprattutto come si pone agli altri ... e da come facciamo uscire fuori i ns. Carismi.
A Francesco piacciono le diversità, le vede complementari, non gli fanno paura, mentre a noi pongono problemi. Prendersi cura dell'altro significa valorizzare la sua diversità, incoraggiare il "suo" cammino, non in direzione individualistica, ma come componente armonica e armonizzata della comunità. Per chiarire il concetto ripercorriamo come il "buon frate" viene descritto da San Francesco: "E diceva che sarebbe buon frate colui che riunisse in sé la vita e le attitudini dei seguenti frati: la fede di Bernardo ... la semplicità e la purità di Leone ... la cortesia di Angelo, l'aspetto attraente e il buon senso di Masseo ... la mente elevata nella contemplazione che ebbe Egidio fino alla più alta perfezione, la virtuosa incessante orazione di Rufino ... la pazienza di Ginepro ... la robustezza fisica e spirituale di Giovanni delle Lodi ... la carità di Ruggero ... la santa inquietudine di Lucido ... "(FF. l 782). Il "buon frate" risulta dall'integrare in unità le qualità dei singoli

Le diversità sono indispensabili: nessuno possiede tutti i doni. La fraternità è formata dal "noi" che è l'insieme delle qualità e dei doni delle singole persone che la compongono. Solo nell'incontro delle diversità nasce la vita Fraterna. A questo punto, possiamo dire, che la pista francescana è una pista larga che lascia spazio a itinerari diversi, ed è così sintetizzata:

obbedienza a Gesù Cristo che parla nel vangelo vissuto nella Chiesa da fratelli e sorelle minori, dove l'essere "minori" è in vista dell'essere "fratelli": infatti, si è "poveri" per essere "minori", e si è "minori" per essere "fratelli" di tutti.
Dicevamo di persone libere; ma la grande legge della libertà è porsi a servizio gli uni degli altri. Il grande peccato, per Francesco, è l' appropriazione indebita dei propri doni: ho questi doni e sono miei! Il dono è per l'utilità comune. I beni hanno destinazione universale e questo implica l'evangelica "comunione dei beni". Si tratta inoltre di seguire tutti il progetto di vita evangelica e apostolica proprio della famiglia religiosa - e di impegnare in esso i propri talenti. questo contesto tutti sono preziosi e vanno valorizzati; ma tutti debbono essere umili, perché senza gli altri l'armonia non è possibile e dove c'è l'armonia c'è la gioia e questa traspare da ogni cosa che diciamo e soprattutto facciamo. E che dire dell'ultima frase dell'ammonizione "Guai a quel religioso che si diletta in parole oziose e frivole e con esse conduce gli uomini al riso". lo non sono un religioso .... ma mi sento egualmente molto toccato da questa frase perchè mi ci riconosco in pieno, io lo faccio spesso e pensavo pure di essere nel giusto, perchè principalmente sono una persona allegra, e me ne vanto pure ... e penso anche Francesco era cosÌ lo chiamavano giullare ... ma questa lettura ora mi ha creato dei problemi ... e diversamente, d'ora in poi, questa riflessione porterà ad un cambiamento ... vedete quando è lungo il cammino e la conversione continua .. Infine ho cercato il salmo 50 al vv. l0 che mi ha riportato alla dura realtà di vita vissuta.
Fammi sentire gioia e letizia,
esulteranno le ossa che hai spezzato"

Si parte dall'immagine antropomorfica del "volto" di Dio, perché il volto è espressione, a volte dello sdegno e della punizione di Dio che non può sopportare il peccato, cosÌ com'è espressione soprattutto della fonte di grazia e di pacificazione: "Esulterò di gioia per la tua grazia, perché hai guardato alla mia miseria" (SI 30,8). Per questa persuasione il salmi sta è arrivato ora a pregare:"Fammi sentire gioia e allegria, esulteranno le ossa che hai spezzato". Il perdono, infatti, provoca una gioia che afferra tutto l'essere umano, anche nella sua realtà fisica (le "ossa"). Riflettiamo insieme e domandiamoci:

- Quando prego, dopo una caduta, che idea ho di Dio nel mio cuore? Sono persuaso della sua infinita misericordia?

- Ho consapevolezza dell'enormità del peccato e riconosco lealmente qual è il peccato in cui più spesso cado? Oppure scivolo nella confusione e nella superficialità spirituale che tende a scusare me e a colpevolizzare gli altri?

- Vado a Dio oppresso/a da sensi di colpa o, mettendomi alla sua Presenza riconosco e consegno il mio peccato nella certezza del perdono di Dio?


- Peccato personale e sociale: radice di tutto è davvero, secondo me, l'aver rotto con Dio-Amore? Ne ho una persuasione inattaccabile?


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sabato 18 aprile 2009

Regole di vita Francescana


"Tutti i fedeli sono chamati alla satità ed hanno diritto di seguire, in comunione con la Chiesa un proprio cammino spirituale". Parole prese dalla regola francescana, per cui ognuno di noi, credente o non, ha una propria spirutalità interiore o esteriore da comunicare. Ed ancora "Nella Chiesa esistono molte famiglie spirutuali, con diversi carismi. Tra queste famiglie va annoverata la Famiglia Francescana che, nei vari rami, riconosce come padre, ispiratore e modello San Francesco d'Assisi" Che dire di più per chi vuole far parte della Famiglia Francescana?