martedì 5 gennaio 2010

Malinconia d'inverno

Spesso, d’inverno siamo presi da un senso di malinconia che rende queste giornate fredde e piovose ancora più tristi. Le feste natalizie, il capodanno, scacciano questa sensazione, ma, passate le ore gioiose delle feste, del ritrovarsi insieme in famiglia o con gli amici, ritorniamo alla vita di tutti i giorni. Leggendo nelle Fonti Francescane, ho trovato passo che lascia riflettere:


Francesco cercava di rimanere sempre nel giubilo del cuore, di conservare l’unzione dello spirito e l’olio della letizia. Evitava con la massima cura la malinconia, il peggiore di tutti i mali, tanto che correva il più presto possibile all’orazione, appena ne sentiva qualche cenno nel cuore. “ Il servo di Dio – spiegava – quando è turbato, come capita, da qualcosa, deve alzarsi subito per pregare, e perseverare davanti al Padre Sommo sino a che gli restituisca la gioia della sua salvezza. Perché, se permane nella tristezza, crescerà quel male babilonese e, alla fine, genererà nel cuore una ruggine indelebile, se non verrà tolta con le lacrime.


Queste parole sono da rileggere, magari quando guardiamo la pioggia venire giù dal cielo dietro i vetri di una finestra, oppure quando la neve ci costringe a rimanere in casa. Non facciamoci prendere anche noi da questi momenti tristi, pensiamo che non siamo soli, che qualcuno accanto a noi non vuole vederci così, magari con una preghiera, affinché nel nostro cuore non si generi una ruggine indelebile.