mercoledì 18 novembre 2009

Lettera ai fedeli

Lunedì 16 novembre 2009.

Questa sera nel nostro incontro settimanale con la Fraternità, il nostro assistente spirituale P. Eleuterio, ha introdotto questa lettera ai fedeli tratta dalle fonti Francescane:

FF 201 - Oh, come è glorioso, santo e grande avere in cielo un Padre ! Oh, come è santo e bello e amabile avere in cielo uno Sposo! Oh, come è santo, come è caro, piacevole e umile, pacifico e dolce e amabile e sopra ogni cosa desiderabile avere un tale fratello che offrì la sua vita per le sue pecore (Gv 10,15) e pregò il Padre per noi dicendo: Padre santo, custodisci nel nome tuo coloro che mi hai dato. Padre, tutti coloro che mi hai dato nel mondo erano tuoi e li hai dati a me; e le parole che desti a me le ho date a loro; ed essi le hanno accolte e veramente hanno riconosciuto che io sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato. lo prego per loro; non prego per il mondo. Benedicili e santificali. E per loro io santifico me stesso, affinché anche loro siano santificati in un'unità come lo siamo noi. E voglio, o Padre, che dove sono io ci siano con me anche loro, affinché vedano la gloria mia nel tuo regno (Gv 17,6-24).

Il capitolo 17 del vangelo di Giovanni è conosciuto come “preghiera sacerdotale”. E’ il vertice del testamento spirituale di Gesù, racchiuso nei discorsi di addio dei capitoli 13-17. I Vangeli riportano altre preghiere di Gesù, quali il “Padre Nostro” (Matteo 6,9-13; Luca 11,2-4)

Dal vangelo di Giovanni:

17:1 Gesù, alzati gli occhi al cielo, disse: «Padre, l'ora è venuta; glorifica tuo Figlio, affinché il Figlio glorifichi te, giacché gli hai dato autorità su ogni carne, perché egli dia vita eterna a tutti quelli che tu gli hai dati. Questa è la vita eterna: che conoscano te, il solo vero Dio, e colui che tu hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sulla terra, avendo compiuto l'opera che tu mi hai data da fare. Ora, o Padre, glorificami tu presso di te della gloria che avevo presso di te prima che il mondo esistesse. lo ho manifestato il tuo nome agli uomini che tu mi hai dati dal mondo; erano tuoi e tu me li hai dati; ed essi hanno osservato la tua parola. Ora hanno conosciuto che tutte le cose che mi hai date, vengono da te; poiché le parole che tu mi hai date le ho date a loro; ed essi le hanno ricevute e hanno veramente conosciuto che io sono proceduto da te, e hanno creduto che tu mi hai mandato. Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per quelli che tu mi hai dati, perché sono tuoi; e tutte le cose mie sono tue, e le cose tue sono mie; e io sono glorificato in loro. Io non sono più nel mondo, ma essi sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo, conservali nel tuo nome, quelli che tu mi hai dati, affinché siano uno, come noi.

La preghiera che Gesù rivolge al Padre celeste procede nel suo sviluppo solenne. Al centro Gesù pone i discepoli che hanno accolto la sua parola nelle fede, per questa via, hanno conosciuto anche il padre. Ad essi si oppone il mondo, segno di coloro che rifiutano Gesù e la sua rivelazione. I fedeli sono immersi in questo mondo ostile e per questo Gesù invoca su di loro la protezione del Padre e il dono dell’'unità. Finché Gesù era con loro, era lui a proteggerli e conservarli in unione con lui, fatta eccezione per Giuda, il cui tradimento però si inserisce nel progetto divino di morte e di salvezza attuato da Gesù e attestato nelle scritture.

Mentre io ero con loro, io li conservavo nel tuo nome; quelli che tu mi hai dati, li ho anche custoditi, e nessuno di loro è perito, tranne il figlio di perdizione, affinché la Scrittura fosse adempiuta. Ma ora io vengo a te; e dico queste cose nel mondo, affinché abbiano compiuta in sé stessi la mia gioia. lo ho dato loro la tua parola; e il mondo li ha odiati, perché non sono del mondo, come io non sono del mondo. Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li preservi dal maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Santificali nella verità: la tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anch'io ho mandato loro nel mondo. Per loro io santifico me stesso, affinché anch'essi siano santificati nella verità.

Il pensiero ritorna ai pericoli ai quali i discepoli sono esposti vivendo nel mondo. Secondo lo stile “a ondate”, caratteristico dei discorsi giovannei dell’ultima Cena, ecco la ripresa del motivo della protezione divina necessaria ai discepoli per resistere al maligno al principe di mondo, che Gesù può dominare e vincere. Ci si avvicina così al culmine della preghiera. Come Gesù era stato consacrato e inviato dal Padre nel mondo per comunicare la sua rivelazione, così ora gli apostoli sono consacrati e mandati tra gli uomini a proclamare la “verità”, cioè la parola stessa di Gesù.

Non prego soltanto per questi, ma anche per quelli che credono in me per mezzo della loro parola: che siano tutti uno; e come tu, o Padre, sei in me e io sono in te, anch'essi siano in noi: affinché il mondo creda che tu mi hai mandato. lo ho dato loro la gloria che tu hai data a me, affinché siano uno come noi siamo uno; io in loro e tu in me; affinché siano perfetti nell'unità, e affinché il mondo conosca che tu mi hai mandato, e che li ami come hai amato me. Padre, io voglio che dove sono io, siano con me anche quelli che tu mi hai dati, affinché vedano la mia gloria che tu mi hai data; poiché mi hai amato prima della fondazione del mondo. Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto; e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato; e io ho fatto loro conoscere il tuo nome, e lo farò conoscere, affinché l'amore del quale tu mi hai amato sia in loro, e io in loro».

Lo sguardo di Gesù orante varca i secoli, rivolgendosi anche a coloro che crederanno in lui sulla base dell’annunzio dei primi testimoni. Per la comunità dei credenti Gesù chiede come dono l’unità, cioè quella stessa comunione che lo unisce al Padre. Uniti a lui, essi sono intimamente connessi al Padre ed è così che si vincolano anche tra loro nell’amore. Ritorna con insistenza il tema dell’amore mistico che anima il cuore dei discepoli: è l’amore di Dio, effuso in Gesù e diffuso tra i fratelli. Ed è per questo legame d’amore che i credenti sono destinati a contemplare la gloria di Cristo e a parteciparvi. Questa è la meta ultima dei fedeli: condividere, oltre la morte, la vita eterna del Padre e del Figlio.

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