domenica 2 agosto 2009

La gratitudine per la grazia divina.


Le delizie del mondo sono tutte vuote o poco buone; mentre le delizie spirituali, esse soltanto, sono veramente piene di gioia ed innocenti, frutto delle virtù e dono soprannaturale di Dio agli spiriti puri. In verità però nessuno può godere a suo talento di queste divine consolazioni, perchè il tempo della tentazione non dà lunga tregua. Dio ci fa dono dandoci la cosolazione della grazia; ma l'uomo risponde in modo riprorevole se non attribuisce tutto a Dio con gratitudine. E così non possono fluire su di noi i doni della grazia, perchè non sentiamo gratitudine per colui dal quale essa proviene non riportiamo tutto alla sua fonte originaria. La grazia sarà sempre dovuta a chi è giustamente grato; mentre al suerbo sarà tolto quello che suole esser dato dall'umile. Non voglio una consolazione che mi tolga la compunzione del cuore; non desidero una contemplazione che mi porti alla superbia. Invece, accolgo con gioia una grazia che mi faccia essere sempre più umile e timorato, e che mi renda più pronto a lasciare me stesso. Colui che è stato formato dal dono della grazia ed ammaestrato dalla dura sottrazione di essa, non oserà mai attribuirsi un briciolo di bene; egli riconoscerà piuttosto di essere povero e nudo.

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